Sei in > Storia della Moneta > La moneta nel suo sviluppo storico

La moneta cinese - una breve introduzione
Prima dell’uso della moneta vera e propria il popolo cinese usava le conchiglie per comprare la merce nei mercati e quando, nella seconda metà del XII secolo a.C., fu introdotto l’uso di un mezzo di scambio in bronzo, esso fu realizzato a forma di conchiglia e senza alcuna iscrizione.

Le prime forme monetali in senso proprio presero la forma di oggetti metallici di largo uso come pale, vanghe, coltelli, conchiglie sulle quali era impressa, oltre ai simboli del cielo e della terra, l’indicazione di peso ed autorità.
Esse furono introdotte durante la dinastia Zhou verso la fine del XII secolo a. C., intorno al 1122 ed ebbero un rapido sviluppo nel periodo cosiddetto Primavera-Autunno e durante il Periodo degli Stati Combattenti, vale a dire, tra il 770-476 a.C.
Nel periodo di Dongzhou, tra il 771 a.C. e fino al 256 a.C., fu realizzata una moneta a forma di pala “chan”, antico attrezzo agricolo, molto usato e quindi importante (in parziale analogia con quanto avviene in occidente con le “moneta utensili” quali asce, picche, spiedi etc.), a forma detta BO e sue varianti.

Successivamente, dal IV- III secolo, alle monete venne data la forma di arco di porta analoga a monete coreane .

moneta cinese


Dal III secolo compaiono monete a forma umana (tavv. 22.6) ed altre simili, di basso spessore e allungate, o anche raddoppiate (tavv. 23.7-24.8).

Nel nord della Cina si sviluppò una moneta chiamata “moneta Kongshoubu”, mentre nel sud già dal V secolo erano comparse monete a forma di coltello (tavv. 26.9-30. 10) e coltello ridotto,

coltello
coltello ridotto

evidentemente per risparmiare metallo, ed una moneta a forma di conchiglia, ma con tipi definiti a “naso di formica” o “faccia di spettro” .
Compaiono in questo periodo anche monete coniate in oro, di forma quadrata.

Sotto il primo imperatore della dinastia Qin apparve la moneta chiamata “banliang”, di metallo povero (generalmente bronzo), a forma rotonda nella parte “esterna”, con il foro quadrato al centro, di varie grandezze;

in alcuni momenti il foro è più grande, evidentemente per risparmiare metallo, secondo lo stesso criterio del coltello ridotto. Talvolta, a questo tipo di moneta si aggiunge un’appendice a forma di piccola lama o di quadrato, che lascia intuire una destinazione ad usi simbolici.

La caratteristica generale delle monete cinesi, la cui forma è rotonda come le monete occidentali, è proprio la presenza del foro quadrato nell’interno; le due forme geometriche del cerchio e del quadrato rappresentano rispettivamente il cielo e la terra e corrispondono ad un’antica credenza cinese che rappresentava il cielo con un cerchio e la terra con un quadrato. Il foro interno, oltre a facilitare la loro esecuzione per fusione, era funzionale al trasporto: più monete potevano essere tenute insieme con una stringa di lino o cotone.

All’unificazione politica della Cina ad opera dell’imperatore Qin Shi Huangdi nel 221 a. C. seguì una progressiva unificazione culturale, percepita in tutti gli aspetti della vita sociale e, quindi, anche nella coniazione delle monete, per le quali si adottò la forma rotonda con foro quadrato, mai più mutata fino alla fine della dinastia Qing, nel 1911 d.C.
Dunque, per più di 2000 anni, le monete cinesi non hanno più cambiato forma.

Nel periodo delle Dinastie Tang e Song (618-1279 d.C.), le monete recano iscrizioni con differenti stili di grafia. Sono per lo più scritture di famosi artisti, poeti ed imperatori, con l’indicazione dell’anno.
Alcune calligrafie sono semplici ma eleganti, alcune delicate e sottili, altre più arrotondate e morbide. Possono recare anche frasi augurali o di pace; un’unica moneta può avere insieme due o anche quattro diversi stili di scrittura. Il periodo delle due dinastie Tang e Song è generalmente considerato un’epoca di grande sviluppo culturale ed economico per la Cina.

Dal X al XII secolo il Nord della Cina fu occupato da tribù nomadi che, dopo aver emesso moneta secondo il modello tradizionale, ma con propria scrittura, la abbandonarono a favore di quella cinese. Così anche i Mongoli, quando occuparono la Cina alla fine del XIII secolo, batterono moneta secondo le regole vigenti.

Nel XVII secolo la Cina fu occupata da minoranze Manchu, che dettero luogo ad emissioni con caratteri misti.

Nella seconda metà del XIX secolo, mancando un buon sistema di controllo sul circolante, furono prodotte circa 5000 emissioni differenti; tra queste anche monete di gruppi di rivoluzionari.

Dopo la fine della dinastia Qing, dal 1912 il circolante è alimentato dalle regolari emissioni della repubblica popolare.
Tra le monete, o piuttosto, tra gli oggetti “portatori di valore” cinesi si può annoverare anche la “moneta a fiore”, non una vera e propria moneta usata nel mercato, quanto un oggetto destinato a scopi cerimoniali, augurali, anche per il nuovo anno, liturgici, ornamentali e decorativi , con fogge di assai gradevole disegno. Le frasi impresse sulle monete erano spesso tratte da idiomi popolari, le immagini ed i disegni dalla tradizione cinese, conservata da storie religiose maoiste o Buddiste, da leggende e racconti.


La storia della moneta segue molto da vicino le vicende della storia del popolo cinese, come sempre è avvenuto ovunque. La moneta, non essendo stata influenzata da altre culture straniere, ha mantenuto le sue caratteristiche pressoché immutate attraverso i secoli.
Nessun altro tipo di oggetto antico e storico cinese può essere paragonato con le monete, sia per la varietà che per la quantità che se ne è conservata fino ad oggi.