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della moneta > Le riforme monetarie da Augusto a Costantino
La Riforma di Augusto
Consolidatosi nel suo dominio, Augusto dovè procedere ad una serie
di riforme, tra le quali la riorganizzazione del sistema monetario, indebolito
ed instabile dopo le recenti vicende politiche e militari. Con la riforma,
attuata a partire dall’anno 23 a.C., le vecchie serie di età
repubblicana furono regolarizzate e stabilizzate: le emissioni di oro,
fino a quel momento saltuarie, furono regolari, come quelle di oricalco,
sconosciuto fino a Cesare; fu anche ripresa la coniazione dell’asse.
La stabilità al sistema era assicurata dal preciso rapporto di
valori tra i vari nominali, così come precisi dovevano essere il
peso ed il fino (98-99%) delle monete d’oro ed argento.
Come si vede nello schema (tab.1), il sistema augusteo si articolava in
otto nominali, due per ognuno dei quattro metalli coniati: oro, argento,
oricalco (lega di rame e zinco, come il nostro ottone) e rame. La coniazione
dei metalli preziosi era realizzata a Lugdunum, sotto il controllo
dal “princeps”, mentre al senato era affidata quella
ènea, nella zecca di Roma.
TABELLA 1 |
Oro |
Denarius aureus
Quinarius aureus |
= 25 denarii
=12 ½ denarii
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Argento |
Denarius argenteus
Quinarius argenteus |
= 16 assi
= 8 assi |
Oricalco |
Sestertius
Dupondius |
= 4 assi
= 2 assi |
Rame |
As
Quadrans |
= 1 asse
= ¼ asse |
Questa riforma non subì grandi trasformazioni né con Tiberio
che, nel 20, sospese in Africa, Spagna e Gallia, le coniazioni ènee
locali, né con Caligola che trasferì a Roma la zecca imperiale.
Cambiamenti si ebbero, invece, con Nerone.
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