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Riforma di Costantino

“L’uomo dei tempi nuovi” fu Costantino (396-337), che fondò il sistema monetario sul solidus, moneta d’oro da 1/72=gr.4,54, abbandonando la moneta divisionale alla quale non si volle più dare un valore nominale maggiorato, ma il suo valore reale rispetto all’oro. Tutto questo avvantaggiò i detentori di moneta aurea.
Grande varietà di peso, dimensioni e una piccola quantità di argento nella lega presentava la moneta di rame, che, nel 310, subì una diminuzione del valore reale innescando, così, un vertiginoso aumento dei prezzi.
Con l’unificazione dell’impero seguita alla sconfitta di Licinio, la moneta potè assumere una fisionomia più stabile e Costantino, volendo risanare l’economia e porre un freno alle fluttuazioni sempre più forti, intraprese una politica contraria a quella dei suoi predecessori, consolidando l’oro ed ancorando ad esso gli altri metalli: furono emesse due frazioni del solido, la metà e il terzo (semisse e tremisse, di gr. 2,27 e 1,70) e fu emessa una siliqua in argento, da 1/96 di libbra=gr. 3,41 del valore di 1/24 di solido, poco più tardi sostituita da un nuovo nominale, il miliarense, destinato ad avere grande fortuna con i suoi successori.
Questi, lasciando pressoché immutato il sistema, rafforzarono l’argento coniando anche dei multipli. Quindi, per contenere gli effetti di questa politica economica, intervennero con diversi provvedimenti, quali quelli di Costante nel 348, intesi a introdurre nuove monete di bronzo, caratterizzate dalla beneaugurante leggenda felicium temporum reparatio, poi di Giuliano (361-363) e di Valentiniano (364-375), ma era, ormai, troppo difficile tornare indietro.

Per intendere solo orientativamente una scala dei valori in questo periodo è forse utile indicare un rapporto fra nominali:

solidus
=1/72di libbra
gr. 4,54
semissis
gr.2,27
tremissis
gr. 1,70
siliqua
gr. 3,41
maiorina centenionalis denarius
communis
1            
  2          
    3        
      24      
        1200    
          2400  
            6000

così come il prezzo dell’oro: una libbra poteva essere acquistata con:

1 libbra d’oro
(gr. 327)
         
  72 solidi        
    1728 siliquae      
      86400 maiorinae    
        172800 centenionales  
          432000
denarii

Dal 395, sia in Oriente che in Occidente, furono abbandonate le emissioni di rame (tranne i nummi leggeri, che pesavano 1 scrupolo, cioè poco più di 1 grammo), quelle di argento divennero rare ed irregolari, mentre le monete d’oro continuarono ad essere emesse in grande quantità.