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Diarchia fra Imperatore e Senato per il controllo della moneta

Augusto affidò, come sembra indicare la scritta SC,  la giurisdizione sulle emissioni in oricalco e in rame, che venivano coniate a Roma, al senato. L'imperatore, invece, controllava le emissioni d'oro e d'argento, forse, in virtù del suo potere proconsolare. La zecca addetta a queste emissioni era a Lugdunum (l'attuale Lione).

Molti studiosi ritengono, comunque, che questo dualismo fosse più formale che reale: in sostanza, il senato non avrebbe fatto altro che ratificare le proposte e le indicazioni del princeps. Del resto la necessità di un controllo unitario doveva essere suggerita da aspetti pratici e economici: ad esempio, bisognava organizzare la quantità di emissioni e il rapporto tra i diversi nominali, tutti fattori che potevano essere calcolati solo da un unico ufficio centrale.