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Sei in > Storia della Moneta > La moneta nel suo sviluppo storico > La moneta romana > La Moneta Romana ImperialeOttaviano/Augusto e i Giulio-Claudii Dopo la battaglia di Azio del 31 a.C. Ottaviano rimane solo a reggere le sorti dello Stato. Nel 27 a.C. gli venne conferito il titolo di Augusto (27 a. C. - 14 d.C.). Dopo di lui altri quattro membri della stessa famiglia, la giulio-claudia, per via di adozioni e parentele, divennero imperatori: Tiberio (14-37 d.C) Nerone (54-68 d.C.) Giunto al potere, Augusto, nella sua riorganizzazione
dello Stato, attuò tutta una serie di riforme nei vari campi, religioso,
istituzionale, politico e monetario. Augusto regolarizzò il sistema monetario precedente, facendo coniare contemporaneamente monete nei tre metalli in un rapporto fisso tra loro. I nominali emessi furono otto: due in oro, due in argento, e quattro in rame o lega, della quale i valori maggiori erano in oricalco (rame 80% e zinco 20%). Sui nominali in oricalco e bronzo compare la sigla SC (senatus consultum), variamente interpretata dagli studiosi, ma indice di una competenza del Senato; è, comunque, probabile che tale diritto del Senato fosse solo fittizio e che in realtà Augusto controllasse tutta la monetazione. La tipologia e le legendae del dritto e del rovescio subiscono dei mutamenti rispetto al periodo repubblicano: è l'imperatore che viene quasi sempre raffigurato sul dritto, dove appare anche la sua titolatura, mentre sul rovescio è un costante riferimento alla sua attività o alle sue virtù. I successori non deviarono da tale linea. In seguito, Nerone pose mano ad una riforma, che interessò soprattutto le monete in metallo prezioso: ridusse il peso dell'aureo e del denario, riducendo anche il contenuto di argento di quest'ultimo, che venne, così, rivalutato.
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